Solo chi non ha mai visto un bambino immunodepresso morire per varicella o per morbillo, chi non ha mai visto un bambino diventare neuroleso per una panencefalite post-morbillo, chi non ha mai visto morire un prematuro per insufficienza respiratoria da pertosse, chi non ha mai visto un neonato condannato all'handicap per tutta la vita per i danni derivanti da una rosolia che ha contagiato la mamma in gravidanza...., solo queste persone possono pensare di essere immuni a tutto e ritenere inutili le vaccinazioni. Le vaccinazioni non le facciamo solo per noi stessi, ma soprattutto per proteggere le fasce più deboli della popolazione come i bambini, le donne che aspettano un bimbo e le migliaia di persone immunodepresse che ogni giorno incrociamo nella nostra vita, quasi senza accorgersene. Con le vaccinazioni diamo un forte segnale di essere una società coesa che pensa al futuro di chi rischia già di suo, partendo più sfortunato. In questi mesi abbiamo sentito le urla agguerrite di tanti esperti dell'ultima ora contro i vaccini. Non abbiamo invece sentito la voce di chi ha subito i gravi danni di una infezione dovuta alla mancata protezione immunitaria. A questi ultimi purtroppo non è lasciata nemmeno più la forza di parlare. I vaccini non sono un "partito" ma una faticosa e utile conquista della nostra società che una volta tanto non pensa solo al singolo, ma attraverso il singolo al bene della comunità.
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